L’inverno
passava qualcuno di lì
Il nastro girava, suonava “Lilly”,
Girava il pallone, lo stadio impazzì
La voce tremava, l’inverno finì.
E poi primavera, e qualcosa cambiò
Qualcuno moriva, e su un ponte lasciò
Lasciò i suoi vent’anni e qualcosa di più
E dentro i miei panni, la rabbia che tu
Da sempre mi dai, parlando per me
Scavando nei pensieri miei,
Guardandomi poi dall’alto all’ingiù
E forse io valgo di più. |
L’estate moriva, Bologna, tremò,
La dalia fioriva e la gente pensò
Dei tanti domani vestiti di jeans
Chiamandoli “strani”, ma non fu così
E quando m’incontri, se pensi di me
Tu sappi che il sole che splende per te
E il grano che nasce, e l’acqua che va
E’ un dono di tutti, padroni non ha
E il grano che nasce, e l’acqua che va
E’ un dono di tutti, padroni non ha. |