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STREPITZ _Giovanni Floreani, Paolo Simonazzi, Emanuele Reverberi

Dal 1999, anno di nascita del gruppo, Strepitz mantiene fede al suo nome - che in friulano significa strepitio, rumore, mescolanza - modificando di volta in volta l’organico in funzione dei progetti musicali che propone.

Da quelli legati soprattutto all’area Mitteleuropea (Friuli, Austria, Slovenia) alle contaminazioni elettroniche e classiche o alla particolare ricerca sulla “Naturalità’ dei Suoni” che ha visto la recente partecipazione di Pierre Favre, tra i più versatili e fantasiosi batteristi, e di Yang Jing, virtuosa della Pipa Cinese.

A Ottati il gruppo si presenta in versione trio: Giovanni Floreani, Paolo Simonazzi ed Emanuele Reverberi.

 

Giovanni Floreani è “anima progettuale” della band. Dal “beat” inglese negli anni ’60, passando per la musica italiana negli anni “d’oro” del Progressive, ha scoperto il folk negli anni ‘80 abbandonando la chitarra per il bouzuki e la cornamusa. Fondatore degli Strepitz e, assieme a Giulio Venier, del gruppo dei Furclap.

Paolo Simonazzi, oltre ad essere uno dei costruttori di tamburi di vario genere più prestigiosi in Italia, rappresenta un raro esempio di versatilità strumentale suonando, tra gli altri, organetto diatonico, ghironda, mandola, diversi tipi di zampogna e cornamusa. Cultore ed esperto del folk francese, ma anche della tradizione emiliana, provenzale e piemontese, non disdegna tuttavia collaborazioni estranee al “mondo folk”. Fondatore dello storico gruppo “La Piva del Carner”, ha inciso cd che sono rimasti nella storia del nostro folk; in seguito ha fondato il gruppo Desperanto, con il quale tuttora si propone, e collaborato con Angelo Branduardi, Gianna Nannini, la Rimini Chamber Orchestra, I Matmos e tanti altri.

Emanuele Reverberi è un giovane musicista diplomato in violino e tromba con la passione per il folk e la musica tradizionale. Il lungo sodalizio musicale con Paolo Simonazzi lo ha portato ad approfondire la sua già importante passione e a diventare uno dei violinisti folk più apprezzati in Italia. Suonatore anche di Musette francese e di Piva emiliana coniuga una indiscutibile tecnica con l’umiltà di essere sempre disponibile a imparare da quei “suonatori” che da una vita suonano il folk pur non conoscendo una sola nota scritta.