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comunicato stampa, le
biografie e le foto degli artisti
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Martedì 1 maggio, dalle 19.00 in piazza Amendola a Salerno, sarà
ancora una volta la musica a farsi ponte tra culture e generazioni,
per far festa, ma anche per condividere problemi e speranze del
nostro tempo.
La
quarta edizione del Festival avrà di nuovo l’Africa
a costituire il cuore del concerto con
Baba Sissoko e Taman Kan.
Baba Sissoko,
polistrumentista e percussionista tra i più noti della scena
musicale internazionale, discende da una grande dinastia di "Griots"
del Mali, i cantastorie della cultura orale africana che detengono e
tramandano il sapere, la tradizione e la storia.
La
sua nuova avventura musicale, “Djekafo”, segna il ritorno allo
spirito della sua terra madre attraverso un viaggio musicale che fa
il giro del Mali e il cui percorso è stato tracciato dagli incontri
con alcuni dei migliori artisti maliani.
La
musica italiana d’autore sarà autorevolmente rappresentata dal
country-folk di
Luigi Grechi
che, con la sua Bandaccia, reinventando e reinterpretando la
scuola tradizionale nordamericana, racconta di storie, volti e
personaggi on the road, alla ricerca della vera essenza della musica
e della vita.
Il
festival, inoltre, conferma la sua particolare attenzione verso le
identità musicali più specificamente locali: a dare il via al
concerto saranno i
Mrs. Dalloway,
dal suono ricercato e allo stesso tempo delicato, il cui principale
scopo è “...lasciare nell’animo di chi ascolta solo emozioni”, e
Il
Pozzo di San Patrizio,
una delle giovani band italiane più apprezzate all’estero, con il
suo stile che, partendo dalla musica folk irlandese, è ormai
caratterizzato da diverse influenze musicali e da una energia sonora
da brivido.
Uno spettacolo di oltre cinque ore di musica, un cast che,
dall’affascinante carisma musicale di Baba Sissoko, alla trascinante
energia delle band locali, passando per la canzone d’autore di Luigi
Grechi sarà in grado di coinvolgere il pubblico di ogni età e di
ogni genere.
Ma
il Primo Maggio non sarà solo musica.
L’edizione 2006 del Festival è dedicata in particolare alla
Campagna per l’Acqua Pubblica del Forum
Italiano dei Movimenti per l’Acqua, una grande
battaglia di giustizia che riguarda l’umanità intera. Ne sarà
testimonial, con il suo intervento,
padre Alex Zanotelli.
Inoltre, come di consueto, anche il mondo dell’associazionismo darà
il suo contributo alla manifestazione: saranno, infatti, presenti in
piazza con i loro banchetti informativi Amnesty International,
AMREF, Arci, Emergency, Greenpeace,
Oasi.
Il
Primo Maggio sarà quindi una festa di musica e pensiero, di tutti
per tutti, perché una città tanto più è vitale quanto più è capace
di riconoscere e valorizzare le diverse anime che la compongono. |
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presso lo stand
dell'ARCI è stato possibile firmare la proposta di legge di
iniziativa popolare sull'acqua pubblica
nel corso della serata
sono state raccolte 520 firme |
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Padre Alex Zanotelli, testimonial della campagna per l'acqua
pubblica |
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Loredana Mauro e
Francesco Petti dei Melisma e Guy Alexandre Sounda della
Compagnie du Théâtre Poème
hanno presentato il
progetto:
DUE ALI
IL
GABBIANO IPOTETICO
Incontri
Internazionali con il Teatro dei Ragazzi
Italia -Senegal
maggiori info sul progetto |
Il
Pozzo di San Patrizio
www.ilpozzodisanpatrizio.com
Nasce nell’inverno del
1996 da una idea del fisarmonicista-cantante Dario De Nicola e dopo
vari assestamenti e di formazione e di scelte artistiche è oramai
una delle giovani band italiane più apprezzate all’estero come attestano gli
ottimi consensi riscossi durante l’Altri Tempi European tour 2004,
il tour olandese del dicembre 2005 e le partecipazioni a due delle
più importanti manifestazioni continentali quali il Folkwoods e l’Oerol.
Dopo un primo
avvicinamento alla musica folk irlandese, la band ha maturato uno
stile caratterizzato da diverse influenze musicali, che dà luogo ad
uno spettacolo con energia sonora da brivido. L’attuale ricerca
musicale, effettistica di tipo analogico.
Il folk irlandese è
diventato così un pretesto e un punto di partenza che permette di
accomunare le esperienze musicali di ciascun componente, che vanno
dal rock progressivo al funky, dallo ska alle ballads, dal jazz al
reggae, senza disdegnare le proprie radici popolari campane.
Nell’estate 2006 la
band pubblica “LucidaMente” per l’etichetta milanese Ethnoworld,
prova di maturità che fa da seguito ad “Altri Tempi” (2003
Ethnoworld/Venus) e alla fortunata autoproduzione d’esordio del
2001 intitolata “Il Pozzo di San Patrizio”.
ascolta alcuni brani
su
http://www.myspace.com/ilpozzodisanpatrizio |
Luigi
Grechi
www.luigigrechi.it
Musicista, cantautore
e compositore, profondo conoscitore del folk nordamericano, l'unico
"country man" italiano ha iniziato la sua avventura "americana"
verso la fine degli anni Sessanta al Folkstudio di Roma, lo storico
locale di Trastevere che fu in quel periodo l’approdo di tutta una
generazione musicale d’avanguardia.
Dalla riproposizione
del folk e del country e dalla divulgazione della canzone di
protesta americana (grazie a lui in Italia si iniziò a parlare di
Woody Guthrie) passa poi alle composizioni originali, rimanendo
legato alla grande tradizione country&western senza, però, farsene
mai imprigionare.
Del tutto
disinteressato alle mode e inguaribilmente attratto dalla musica dal
vivo più che dalle sale di registrazione pubblica il suo primo album
“Accusato di libertà” solo nel 1975.
Mentre suona in giro
per festival alternativi e radio libere, locali e cantine, viaggia
per il mondo e lavora anche come bibliotecario, continua a incidere
numerosi dischi che gli procurano stima ed attenzione da parte di un
pubblico di nicchia dal palato fine.
Cappellaccio Stetson
in testa, cravatta a cordino di cuoio, immancabili stivali, Luigi
Grechi scrive canzoni che serbano ancora l’appeal del legno e delle
corde e raccontano di storie, volti e personaggi on the road, alla
ricerca della vera essenza della musica che finisce inevitabilmente
nel coincidere con quella della vita.
Nel 1993 si aggiudica
il Premio Tenco con “Il bandito e il campione”, brano portato al
successo dal fratello Francesco De Gregori.
E’ in uscita il suo
nuovo album “Ruggine”: dodici brani "vecchi" che Grechi ha voluto di
nuovo incidere, stimolato ed incoraggiato dalle numerose richieste
dei suoi fans che gli chiedevano dove reperire i dischi di qualche
anno fa, non più in commercio
ascolta
Il mio cappotto |
Baba
Sissoko &
Taman Kan
www.babasissoko.com
Nasce nel Mali, discendente di una grande dinastia di "Griots", i
cantastorie della cultura orale africana che detengono e tramandano
il sapere, la tradizione e la storia.
Inizia la sua carriera suonando il tamani (tamburo
parlante), accompagnando il nonno nei suoi viaggi da Griot e nel
corso degli anni, grazie alla sua natura di polistrumentista e
all'estrema sensibilità verso altre forme di espressione musicale
arriverà a collaborare con nomi illustri del panorama musicale
mondiale tra cui Youssu N’Dour, Salif Keita, Cheb Khaled, Sting,
Santana, Ry Cooder, Lokua Kanza, Habib Koite, Fela Kuti, Ruben
Gonzalez, Rokia Traore, Dee Dee Bridgewater, ecc.
Nel 1991 fonda il gruppo Taman Kan. Nel 1993 entra a far parte nel
gruppo di Habib Koite e Bamada con i quali vince il concorso indetto
da Radio France International, "Découverte 93", incide due dischi ed
effettua un tour che lo porta in tutto il mondo.
Tiene periodicamente corsi di djembe, balafon, taman, ngoni ed altri
strumenti tradizionali del Mali in Europa e in Italia e alterna la
carriera da solista all'attività di percussionista.
Nel 1995 incide il suo primo CD con i Taman Kan, al quale seguono, "Djiana”
nel 1999, “Live in Studio” di nuovo con i Taman Kan nel 2001,
“Djeliya” del 2004, oltre a numerose compilation e partecipazioni.
Della sua ultima fatica, “Djekafo”, registrato interamente nella sua
terra con musicisti di livello internazionale, lo stesso Baba dice:
“è il risultato del ritorno del mio spirito nella mia terra, il
risultato delle mie esperienze, alla ricerca della bellezza della
vita. E' un viaggio che fa il giro del Mali attraverso gli stili
musicali ed il cui percorso è stato tracciato dagli incontri con
alcuni dei migliori artisti maliani. [...] Alla fine del viaggio ho
deciso di intitolare questo disco "Djekafo" che vuol dire
incontro/unione, invitando tutti ad ascoltarlo ad occhi chiusi,
lasciandosi ammaliare dalla magia di questa terra”.
ascolta
Moza |
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